Cultura e eventi

Tribiano, “Nessuna convivenza con la mafia”

Tribiano. Le accuse scritte da Nando Dalla Chiesa sulla testata “Il fatto quotidiano” e riportate sul proprio blog personale in data 28 gennaio 2017 ai danni di Franco Lucente, primo cittadino tribianese nonché coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, non trovano alcun riscontro nella realtà.

Prova ne è stata data ieri (20 febbraio 2017) durante la conferenza stampa tenutasi all’interno del municipio di Tribiano, in presenza dei massimi vertici di Fdi, nelle persone di Paola Frassinetti (portavoce regionale), Carlo Fidanza (responsabile enti locali su scala nazionale) e Marco Osnato (membro dell’esecutivo nazionale), e dell’istituzione locale con gli assessori Damiano Calzati e Roberto Gabriele.

«In primis, ho chiesto una rettifica all’articolo firmato da Nando Dalla Chiesa – ha esordito Franco Lucente -, che non mi è stata concessa. Di conseguenza, adirò le vie legali querelando i responsabili. Le accuse mosse contro la mia persona, il mio incarico istituzionale, il comune che amministro, il mio paese natio sono inaccettabili e senza fondamento. Qualcuno – ha continuato – ne risponderà».

Passando al setaccio quelli che ormai, a causa dell’inadeguata condotta del giornale e della conseguente gogna mediatica, son diventati capi d’accusa, Franco Lucente ha dimostrato con documenti alla mano l’infondatezza delle informazioni rilasciate che lo vedrebbero coinvolto in atti mai verificatisi.

«Sono stato accusato in tre occasioni:

Nei mesi pre-elettorali i miei compaesani (Petilia Policastro) avrebbero preso residenza a Tribiano per agevolarmi alle elezioni. Così, ho chiesto all’ufficio anagrafe comunale di indicare iscrizioni e cancellazioni, nel periodo compreso tra l’1/1/2013 e il 31/12/2014 con provenienza e destinazione comune di Petilia Policastro e provincia di Crotone. Risultato? Nessuno. Io intanto nel giugno del 2014 sono stato eletto con il 63 per cento dei voti.
Sarei il mandante di un’azione deplorevole, nella quale, in una sola notte, sarebbero bruciate le automobili del capogruppo dell’opposizione, di sua moglie e di un altro consigliere comunale. A parte il fatto che non esistono episodi di questo tipo nella storia recente, il capogruppo Marco Landenna ha sottoscritto di non esser mai rimasto vittima di tali atti. Sua moglie nemmeno, poiché deceduta otto anni fa.
Ci sarebbero documenti scottanti di cui mi piacerebbe venire a conoscenza. Sono entrato in municipio e l’avanzo di bilancio si attestava a 750mila euro. Oggi siamo a 4 milioni… Che sia la buona amministrazione a creare problemi?
Per questi motivi – ha chiosato – andrò a sporgere denuncia».

L’intero gruppo di Fdi ha manifestato la massima solidarietà, «ritenendo grave l’utilizzo di un cognome importante, di un grande generale per il quale tutti noi abbiamo pianto, per fare una battaglia politica».

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