Lanciano. L’Assemblea Anifa 2017 si è svolta in un clima costruttivo e collaborativo, innanzitutto non possiamo non ringraziare e ricordare le aziende che da sempre sposano la nostra causa e sostengono il nostro lavoro, FERRARI Cofani, ELLEGI imbottiture, ELLEPI stampanti, AETERNA cofani, MATTHEWS INTERNATIONAL (Caggiati).
Questi amici hanno compreso la visione dell’ANIFA ovvero che i destini dei produttori di settore sono legati a doppio filo con quelli degli artigiani funebri. Hanno compreso che i loro più importanti alleati nella protezione del proprio lavoro sono gli artigiani funebri, hanno compreso che nel mercato dei “commercianti di morti” il loro spazio è destinato ad essere sempre più marginale.
Quest’anno tra i doveri statutari, oltre all’approvazione al rendiconto finanziario, era previsto anche il rinnovo cariche, la novità principale è la nomina del nuovo Presidente Paolo Di Domizio che subentra all’ottimo Roberto D’Intino, altra novità molto importante è l’entrata nel Direttivo di Pino Carbone già referente ANIFA in Campania, in pochi mesi ha fatto un lavoro incredibile, siamo contentissimi ed onorati di averlo con noi.
Gran parte della riunione si è svolta a porte aperte, era nostra volontà condividere con tutti alcune battaglie che riteniamo vitali per la categoria.
La madre di tutte le battaglie rimane la partecipazione alla redazione della normativa nazionale di riforma del comparto funebre che noi vogliamo sia fatta partendo da presupposti totalmente antitetici a quelli fin qui adottati.
Vi sono però molte battaglie territoriali alle quali non possiamo sottrarci ci riferiamo alla normativa regionale abruzzese e Campana. Nel nord est del paese vogliamo organizzare un evento di valenza nazionale dove poter riunire i protagonisti del comparto e proporre una seria ed approfondita riflessione sulla realtà odierna, sulle reali cause della deriva autolesionista del comparto, sugli interessi speculativi operanti nel settore e su come si possono creare presupposti concreti per un futuro del comparto diverso.
Noi siamo convinti della forza e della strategica centralità dell’imprenditore funebre artigiano in un mercato costituito da migliaia di artigiani funebri altamente professionali e da un settore produttivo complice e artefice della specialità del mestiere. Le due realtà devono liberarsi dei pericolosi parassiti da cui per troppi anni sono vittima, devono stipulare una santa alleanza tra uomini veri.
L’ANIFA non è proprietaria di idee, l’ANIFA è custode e promotrice di idee, il compito è proteggerne l’autenticità e favorirne la comprensione e la diffusione, ribadiamo che il nostro è un progetto sindacale con evidenti e profonde ricadute politiche, gli interessi perseguiti hanno la caratteristica fondamentale di interessi di carattere generale.
A tal proposito salutiamo positivamente la presenza all’Assemblea del Segretario Nazionale aggiunto FEDERCOFIT Sig. Riccardo Salvalaggio.
Almeno per quanto riguarda la riforma della legge regionale Abruzzese possiamo confermare pubblicamente che le due associazioni si muoveranno congiuntamente, il testo di riforma presentato in Assemblea ha convinto Federcofit che con l’intervento del Sig. Salvalaggio conferma la volontà di condividerlo e sostenerlo, ovviamente alle parole ci auguriamo che seguano i fatti.
Così come in passato abbiamo dialogato con il Dott. Ronca Referente ASNAF, con il Sig. Gibellini referente EFI e pochi mesi fa con il Dott. Bosi Segretario FENIOF oggi non abbiamo alcun problema a dialogare con Federcofit.
La miopia sindacale può portare a tragiche conseguenze, l’esperienza della vertenza dei taxi deve essere un monito importante, il voler mantenere lo status quo a tutti costi ha l’unica conseguenza di creare le condizioni per l’entrata nel mercato di soggetti titolari di interessi antitetici alla categoria con conseguenze irreversibili.
Il progetto ANIFA è strutturato per creare sufficienti anticorpi e sconfiggere ogni tipo di “UBER”, siamo pienamente consapevoli della posta in gioco e pienamente consapevoli che il tempo a nostra disposizione è pericolosamente scarso.
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