Politica

Meritocrazia raccontata dal presidente Walter Mauriello e dal professor Salvatore Cingari

Roma. Avvincente e denso di spunti di riflessione il confronto di ieri, in diretta streaming, tra il Presidente nazionale di Meritocrazia Italia Walter Mauriello e il Prof. Salvatore Cingari, brillantemente moderato dal giornalista RAI Attilio Romita.

Il concetto di meritocrazia è stato riletto alla luce delle sfide imposte dagli affanni della modernità e in relazione alle istanze di inclusione ed equità sociale.

Il Presidente Walter Mauriello ha colto l’occasione per riportare l’attenzione sui propositi del Movimento e ribadire la necessità di ripristinare una sana cooperazione tra cittadini e Istituzioni: «La nostra idea di meritocrazia dà una risposta all’esigenza che tutti abbiano la possibilità di realizzare aspirazioni ed esprimere abilità. Riprendendo l’insegnamento di Seneca, ogni talento merita di incontrare un’occasione. Il nostro fine è proprio questo: offrire a ciascuno un’occasione, a prescindere da origini o appartenenza a gruppi ed élite». La meritocrazia sganciata dall’equità sociale porta non all’esaltazione, ma al fallimento della democrazia. Da qui, la convinzione che sia prioritario formare una classe dirigente realmente competente.

A parere del Prof. Cingari, l’affermazione della meritocrazia porterebbe con sé il rischio di ulteriori diseguaglianze; lo Stato dovrebbe impegnarsi, invece, nella rimozione degli ostacoli che impediscono a ciascuno la realizzazione personale in un sistema capitalistico caratterizzato da una forte competitività.

In replica, il Presidente ha riportato il focus sulla necessità di ripartire dalla gerarchia dei valori proposta dalla Carta costituzionale, perché la Persona ritorni al vertice delle priorità dell’azione politica e il mercato sia funzionalizzato alla soddisfazione di bisogni esistenziali.

Dalle conclusioni: «Meritocrazia punta a orientare le coscienze verso maggior impegno civico e a sollecitare una rivoluzione culturale, non mira alla ribalta politica o alla notorietà di alcuni. Osserviamo, studiamo e proponiamo. Cerchiamo di farlo con garbo e umiltà, perché avvertiamo la responsabilità di chi è chiamato a fare la propria parte. Puntiamo alla costruzione di un percorso di riqualificazione del sociale, che dia la possibilità a tutti coloro che vogliono essere rappresentanti consapevoli del Popolo di arrivare all’obiettivo preparati, non solo culturalmente ma anche eticamente».

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