Politica

D’Alfonso: “Completeremo la Riforma della Giustizia tributaria con il contributo di tutti per il bene del Paese”

Pescara. C’è anche la riforma della Giustizia Tributaria tra gli “affari correnti” che “il Parlamento può portare a conclusione, nonostante lo scioglimento delle Camere, poiché è scritto sull’agenda negoziata con l’Europa”.

Ne ha dato notizia, questa mattina, in conferenza stampa, nei locali dell’Officina di Pescara, il senatore Luciano D’Alfonso che presiede la Sesta Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che assieme alla Commissione Giustizia, proseguirà nei prossimi giorni l’iter di approvazione della Riforma della Giustizia tributaria in quanto obiettivo strategico del PNRR.

“Da martedì prossimo – ha annunciato D’Alfonso – ricomincia il cantiere che presto condurrà all’attesa riforma, con ragionevolezza, con sollecitudine e con l’apporto di tutti gli eletti, anche dei colleghi senatori dell’opposizione: sarà un lavoro che faremo a più mani perché si tratta di una grande questione per la libertà della democrazia economica del nostro Paese – sottolinea D’Alfonso che aggiunge – L’attuale Giurisdizione tributaria non è adeguata alla domanda di giustizia dei contribuenti ed è uno dei tappi che non consente all’Italia di attrarre investimenti internazionali perché i tempi, e gli esiti, dei contenziosi sono indeterminati e imprevedibili”.

Delle principali novità all’esame del Senato da martedì 26 luglio, il presidente D’Alfonso coadiuvato dalla dott.ssa Luciana Cunicella ne ha fornito un elenco:

1. L’assunzione – tramite concorso per esami – di 567 magistrati tributari a tempo pieno – e non più part time – tra il 2023 e il 2030, in modo da smaltire l’enorme giacenza e ottenere la riduzione dei tempi del contenzioso: “Oggi abbiamo i magistrati tributari part-time – spiega D’Alfonso – Ad esempio c’è il magistrato ordinario o il libero professionista che un po’ di tempo lo destina ai contenziosi tributari. E’ insufficiente e inadeguato”.
2. Rendere il giudice tributario autonomo e indipendente, “facendo in modo che l’organo di autogoverno sia davvero autonomo e indipendente, per esempio, nelle attività ispettive, formative e nell’assegnazione delle progressioni di carriera”.
3. L’accesso al concorso anche per i laureati in economia: “L’accesso deve essere riservato a coloro che hanno la formazione giuridica ma anche la formazione tecnica e funzionale in economia e commercio, sempre tenendo alto il livello del rigore selettivo del concorso”.
4.Aumentare l’età in servizio dei magistrati tributari, andando oltre gli attuali 70 anni.
5. Prevedere incentivi economici “per la prima “raccolta “magistratuale” per motivare il transito dalla magistratura ordinaria a quella tributaria”.
6 . Prova testimoniale facile: “Per fare in modo che anche il processo tributario sia giocato ad armi pari tra accusa e difesa, supereremo il divieto di prova testimoniale, introducendo la testimonianza in forma scritta, ammessa dal giudice come prova da opporre ai verbali o agli atti del pubblico ufficiale”
7. Lo spostamento dell’onere della prova dal contribuente all’amministrazione finanziaria.
8. L’appellabilità delle sentenze del giudice monocratico a cui si potrà ricorrere (oggi non previsto) per i contenziosi fino a 3mila euro.
9. “Pace fiscale” sostenibile, valorizzando i suggerimenti del Comitato Intermagistrature con un emendamento ad hoc che preveda lo stralcio di oltre 50mila liti assai risalenti pendenti in Cassazione.
10. L’assegnazione del “Bollino Blu” ai contribuenti virtuosi che darà loro condizioni di “premialità fiscale”, come ad esempio la possibilità di pagare le tasse con i crediti fiscali o di non subire misure cautelari (sequestri ad es.) in sede di avvio del processo tributario.
11. L’introduzione di istituti deflattivi (per ridurre il contenzioso) come il Reclamo e la Mediazione prima che si instauri il contenzioso tributario.
13. Facilitare l’accesso alla consultazione della giurisprudenza di merito per tutti i soggetti interessati con l’istituzione del Massimario nazionale presso il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
14. L’Introduzione di misure per risolvere la crisi della funzione nomifilattica della Cassazione in modo da assicurare l’essenziale uniformità interpretativa anche del diritto tributario, per evitare disparità di trattamento e per rendere il più possibile prevedibile la giustizia tributaria in modo da deflazionare a monte l’entità del contenzioso.

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