Politica

Orsa Amarena, Abruzzo a Sinistra: ‘Quali sono le responsabilità politiche?’

“Il simbolo dell’Abruzzo, l’orsa Amarena è morta dopo una lunga agonia, uccisa da una emorragia interna causatale da un colpo di fucile che le ha perforato i polmoni. La persona che si è autoaccusata del crimine possiede legalmente un’arma in quanto cacciatore ma possiede anche una norcineria a San Benedetto dei Marsi (AQ).

Il criminale ha dichiarato di aver sentito i latrati dei cani e di aver pensato alla presenza di ladri nella sua proprietà e quindi, come un perfetto giustiziere leghista, ha imbracciato il suo fucile da caccia e si è lanciato nella difesa della sua proprietà ma, nel buio, si è imbattuto nel famoso esemplare di orso marsicano che, a suo dire, si sarebbe alzato sulle zampe posteriori come un grizzly per aggredirlo. Spaventato, ha sparato d’istinto un colpo così preciso da far invidia al migliore dei cecchini (imbraccia l’arma, punta, inspira, trattieni il fiato, inquadra il bersaglio, mira “un po’ sotto”, tira il grilletto, bang!).

Beate le anime belle che possono credere a questa versione dei fatti ma è lecito supporre che il titolare della norcineria fosse in realtà a spasso nella notte, armato e con il colpo in canna, consapevolmente in cerca di cinghiali per riempire i frigoriferi della sua attività.

Il che, se non avesse invece confuso l’orso con un cinghiale, sarebbe lecito perché il “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, ovvero, il Decreto firmato dai Ministri Pichetto Fratin e Lollobrigida, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1° luglio scorso, ha modificato dal dicembre scorso la Legge nazionale sulla caccia consentendo anche l’ingresso dei cacciatori nei parchi e nelle città e per sparare a qualsiasi specie di animale selvatico. Anche agli scoiattoli, ai tassi ed ai cinghiali che ogni tanto avvisto passeggiando con il mio cane in via Valignani a Chieti.

Quello che è accaduto, dunque, sarebbe solo la tragica conseguenza di una “marchetta elettorale” che questo Governo ha fatto nei confronti delle lobby delle armi e della caccia.

Il Presidente della Regione Abruzzo, sodale del Presidente del Consiglio, ha immediatamente dichiarato che si tratta di un “atto gravissimo (…) sono pronto a costituire la Regione parte civile”. Vedremo se si tratta solo di parole di circostanza o se il Presidente della Regione Abruzzo avrà davvero voglia di fare luce sulle responsabilità politiche di questo odiosissimo crimine che ricadono anche sulla gestione dell’Ente Parco.

Lo zoologo Paolo Forconi parla di “MODELLO ABRUZZESE FATTO DI INCOMPETENTI E BRACCONIERI…”

In più occasioni Forconi ha parlato di “emergenza Orso Marsicano che ultimamente sta diventando sempre più preoccupante e problematica, dal momento che i plantigradi sembrerebbero non trovare cibo in alta quota tanto da scendere nei borghi per rovistare nei cassonetti o portare assalti a ovili e allevamenti. Questo sarebbe dovuto specialmente all’assenza di alberi da frutta in alta quota, e dall’inadeguatezza della raccolta di rifiuti in Abruzzo. In sostanza, secondo lo zoologo, il Parco Nazionale avrebbe fatto troppo poco per tentare di tutelare questa specie sempre più frequentemente vittima di episodi di bracconaggio.”

Vedremo quanto sarà efficace questa ondata di indignazione, ma l’orso marsicano è l’Abruzzo e l’Abruzzo non è il Trentino. Noi con gli orsi ci conviviamo e li amiamo come testimonia il Sindaco di Villalago (Aq) dove Amarena divenne famosa perché avvistata con una eccezionale cucciolata di 4 esemplari (tra i quali Juan Carrito morto a gennaio investito da una automobile).

Villalago, grazie ad Amarena, ha visto moltiplicarsi i turisti e gli amanti della natura e per gratitudine, simbolicamente, ha conferito all’orsa la cittadinanza onoraria ed oggi, dopo aver appreso della sua morte, il Sindaco e l’Amministrazione della città hanno emesso il seguente comunicato “non abbiamo parole per descrivere lo sconforto che ha colpito Villalago, tutti i nostri sacrifici e tutta la nostra passione sono svaniti in un secondo. Perdiamo un pezzo di cuore ed un pezzo della nostra storia. Oggi più che mai siamo convinti della bontà delle nostre azioni e del nostro operato ma anche del fallimento delle chiacchiere da salotto. Un plauso agli abitanti del nostro paese che l’hanno accolta, protetta e che con la rivedranno più. Viva Amarena …Viva Villalago”.

I dementi che in queste ore hanno minacciato di morte il macellaio assassino non sono migliori di lui. La giustizia, nel Paese di Falcone e Borsellino, non è né sommaria né privata. Chi si arma per inseguire dei ladri, chi spara fuori dalle riserve di caccia, chi vuole linciare un cacciatore scemo, NON CI SOMIGLIA!”. Si legge così in una nota di Gennaro Garofalo e Claudio Di Vincenzo, membro e portavoce di Abruzzo a Sinistra.

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