Cronaca

Pesca abusiva sui fondali sotto costa: sanzioni e sequestri della Capitaneria di porto di Ortona VIDEO

Ortona. E’ proseguita anche nei giorni scorsi l’azione di contrasto dei militari della Capitaneria di porto di Ortona nei confronti delle pratiche di pesca abusiva, soprattutto ad opera di pescatori subacquei sportivi che, con le loro condotte, danneggiano l’ecosistema costiero, ricco di biodiversità e, quindi, fondamentale per la salute del nostro mare.

Nella scorsa settimana, infatti, dopo i sequestri di quest’estate che hanno consentito di sottrarre al mercato irregolare oltre 2000 ricci di mare, sono stati sanzionati due pescatori subacquei, colti in flagrante con oltre 70 kg di polpi appena prelevati dai fondali di San Vito Chietino.

A questi si sono aggiunti 3 pescatori sanzionati per aver raccolto diverse decine di esemplari di granchi c.d. “pelosi” dalle scogliere della spiaggia della Ritorna di Ortona.

L’attenzione dei militari della Guardia Costiera si è concentrata anche sul comparto della pesca professionale, ed ha portato ad elevare nei giorni scorsi 3 verbali di illecito amministrativo a carico di altrettanti comandanti di “vongolare”, poiché gli stessi operavano a poche decine di metri dalla spiaggia di Francavilla al Mare, in zona vietata.

Le condotte sanzionate, seppur apparentemente diverse l’una dalle altre, in realtà, danneggiano tutte, in maniera significativa, la biodiversità del tratto di mare più prossimo alla costa, che, per mirate scelte di sostenibilità, il legislatore ha deciso di vietare alla pesca indiscriminata e non selettiva, in quanto habitat idoneo per la riproduzione di innumerevoli specie ittiche e perché, solitamente, ad essere pescati in zone di basso fondale, sono gli esemplari più piccoli, quando non addirittura gli esemplari femmina con le uova.

Fenomeni trasversali a diverse categorie, quindi, ma, purtroppo, emblematici di quanto siano diffuse prassi di pesca dannose per l’ambiente marino e per le specie che lo popolano.

Da non sottovalutare, inoltre, il rischio che tale prodotto “non tracciato”, e che va quindi ad alimentare il mercato nero, rappresenta per i consumatori e per gli operatori rispettosi delle regole: da un lato i polpi ed i ricci, assai richiesti in alcune regioni del sud, la cui presenza nelle acque abruzzesi è sempre più minacciata dalle scorribande notturne di subacquei che operano in maniera indiscriminata, dall’altro vongole e granchi, tendenzialmente destinati al mercato locale, la cui pesca “senza regole” determina altrettante conseguenze negative per l’ecosistema.

Per i responsabili sono scattate sanzioni complessive per circa 10.000 €, e tutto il prodotto oggetto di pesca non autorizzata è stato posto sotto sequestro e rigettato in mare laddove ancora in vita.

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