Cronaca

La Filbi Uil Pescara Chieti fortemente preoccupata per il futuro del Consorzio di bonifica Centro

Il segretario generale Moreno D’Anastasio: “Chiediamo la revoca dell’incarico di direttore generale del Consorzio Centro per la piena incapacità gestionale”

Pescara. Esprime preoccupazione per il futuro del Consorzio di bonifica Centro la Filbi Uil di Pescara Chieti. Il segretario generale Moreno D’Anastasio interviene sulla questione dicendo: “Oramai il commissariamento del Consorzio Centro dura dalla fine del 2016 ad oggi. In sette anni si sono avvicendati ben cinque commissari (Ruffini, Di Pierdomenico, Costanzi, Battaglia e Valenza) che avevano il compito dell’amministrazione diretta del consorzio, in base alla Legge Regionale 45 del 20/12/2019 per la razionalizzazione, l’economicità e la trasparenza delle funzioni di competenza. Come è accaduto nei precedenti tre anni, al personale non è stata ancora pagata la reperibilità dal mese di agosto, e sarà pagata presumibilmente il mese di marzo 2024, quindi cumulando oltre sette mesi di reperibilità, oltre allo straordinario per il mese di agosto. Per non parlare degli aumenti del CCNL del 23 maggio 2023, tutti i consorzi abruzzesi hanno fatto la delibera di recepimento del rinnovo contrattuale, solo il Consorzio di Chieti e quello interno di Pratola Peligna non sono riusciti in tale intento. E guarda caso come direttore generale hanno il dott. Stefano Tenaglia. Per tale situazione si proclama lo stato di agitazione di tutto il personale a non fare più lo straordinario e la reperibilità”.

Poi aggiunge: “Sono state adottate decine e decine di delibere per affidare all’esterno incarichi professionali per centinaia di mila euro che potevano essere svolti direttamente dai dipendenti consortili che ne avevano capacità e competenze, con il risultato di avvilire la loro vita lavorativa considerandoli incapaci di svolgere il proprio lavoro. Sono stati sperperati alcuni milioni di euro lasciati dalla precedente amministrazione, liberamente eletta, per ricorrere a fantasiose creazioni di società che alla fine si sono appropriate dei beni consortili anche se sotto la forma di gestione delle strutture. Hanno creato sul nostro territorio un centro di depurazione, che tratterà rifiuti speciali pericolosi e rifiuti nocivi nel bel mezzo della vallata del fiume Pescara lungo la direttrice Chieti-Pescara, in totale disiquilibrio gestionale e economico, che sta portando il Consorzio alla moria gestionale. Hanno aumentato la contribuenza ai consorziati di almeno il 90% senza dare alcun servizio e senza migliorare quello esistente”.

“In compenso però – spiega Moreno D’Anastasio – ai commissari del consorzio va dato il merito di avere percepito compensi, per alcuni di loro, di oltre 100.000,00 euro l’anno, e di aver dato la promozione in maniera diretta all’attuale direttore generale che ricopre tale incarico nonostante non ha maturato i due anni richiesti dall’art. 19 del Ccnl nella posizione di direttore d’area, autorizzandolo, inoltre, anche a svolgere la libera professione. Come se non bastasse, il direttore svolge anche le funzioni di direttore generale del Consorzio di bonifica Interno, percependo indennità per alcune migliaia di euro al mese per svolgere funzioni che di fatto ha affidato a società e professionisti esterni con ulteriore sperpero di denaro consortile e quindi pubblico. Si è autorizzata inoltre la cessione della gestione dei collettori rivieraschi all’Aca, senza averne il diritto. Ci sono deliberazioni negli anni 2021, 2022 e 2023, per istituire il Temporary Manager, delegato ambientale per la gestione e l’ottimizzazione del servizio di depurazione, al costo annuale di 134.000,00 euro; la deliberazione del 2023 per l’attività di Security Risks annuali al costo di 10.000,00 euro; la deliberazione del 2023 per il servizio di vigilanza privata contro i furti a San Martino di 35,000,00 euro. C’è una delibera per assegnare al Centro Depurazioni Srl, società pubblico-privata di proprietà del consorzio al 60%, servizi per 134.400,00 euro di manutenzione programmata e ordinaria delle attrezzature del depuratore, assistenza alla conduzione dell’impianto, attività di reperibilità sull’impianto di San Martino, considerando che tale deliberazione va contro l’articolo 7 del CCNL Consorzi di Bonifica sul divieto di appalto per le attività di esercizio delle opere e impianti consortili. Sono stati fatti decreti, dal commissario attuale, per oltre 15.000,00 euro, per lo svolgimento delle attività connesse all’amministrazione trasparente, al piano anticorruzione, al supporto di attività giuridica e assistenza agli atti commissariali, servizi già attivi in consorzio”.

Il segretario generale D’Anastasio conclude: “Tutte queste operazioni stanno portando all’impoverimento delle casse del Consorzio, che ha già oltre 2.125.975 euro di disavanzo fino al 31/12/2022, e sminuiscono fortemente quelli che sono i suoi compiti istituzionali, mettendo a rischio i posti di lavoro di decine di persone con le loro famiglie. A chi attribuire la responsabilità di tale situazione? Forse la responsabilità è da attribuire al direttore generale al quale il commissario ha delegato tutte le operazioni amministrative e finanziarie. Visti i risultati della gestione dirigenziale, pertanto, si chiede la revoca dell’incarico di direttore generale del Consorzio Centro, per la piena incapacità gestionale del proprio ruolo”.

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