Politica

Marina Sereni e Luciano D’Amico ad Atri sulla sanità: “In Abruzzo da recuperare gravi ritardi”

Atri. La Regione Abruzzo sconta nella sanità gravi ritardi che si sommano a un’inespressa valorizzazione delle sue caratteristiche e delle sue potenzialità. Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza per il Patto per l’Abruzzo, considera il rilancio in questo settore vitale e imprescindibile per fare della regione un modello per quanto riguarda la qualità della vita e la possibilità di fare sviluppo. E’ quanto emerso nell’incontro “La salute prima di tutto. Per una sanità pubblica. Universale e territoriale”, organizzato dal Partito Democratico abruzzese, che si è svolto ad Atri, all’Auditorium Sant’Agostino.

“Occorre partire dai vistosi deficit da recuperare, che sono per certi versi sorprendenti”, ha detto D’Amico. “Benché negli ultimi anni la sanità della nostra regione abbia potuto beneficiare di una maggiore disponibilità economica determinata dal combinato disposto dell’uscita del commissariamento, grazie all’ottimo lavoro della giunta di centrosinistra, e dei superiori investimenti stabiliti per la fase pandemica, si registrano rispetto al 2018 una complessiva riduzione delle prestazioni pari al 16 per cento, una mobilità passiva che tende ad aumentare, liste di attesa con prestazioni garantite al 61 per cento, quando la soglia raccomandata si attesta al 90. Occorre invertire la tendenza. La nostra idea è che il miglioramento si debba accompagnare a una trasformazione virtuosa del sistema per renderlo sempre più di prossimità e in grado di fornire sì cura, ma anche prevenzione. L’Abruzzo non dispiegherà mai al meglio le sue migliori energie se non si riuscirà a rendere giustizia, a cominciare dai servizi ai cittadini, alla sua direi peculiare struttura di rete di piccole e medie comunità. Farlo nella sanità è fondamentale”.

Marina Sereni, responsabile nazionale Salute e Sanità del Pd, ha detto: “Per la segreteria nazionale del Pd la difesa e il rilancio della sanità pubblica sono una priorità assoluta. Per il secondo anno consecutivo, con buona pace delle affermazioni enfatiche della presidente Meloni e del ministro Schillaci, in Italia la percentuale della spesa sanitaria rispetto al Pil scende, provocando tagli ai servizi. Noi proponiamo un incremento del Fondo Sanitario Nazionale graduale fino a raggiungere in un tempo ragionevole almeno la media Ue del 7% sul Pil e chiediamo di superare il tetto di spesa per il personale così da poter immettere nel sistema pubblico tutte le professionalità necessarie e chiudere con la pratica dei ‘gettonisti’. Su questi punti, così come su misure concrete per abbattere le liste d’attesa, stiamo lavorando con le altre opposizioni e presenteremo delle proposte comuni. Risorse finanziarie adeguate e nuove assunzioni di personale sono anche la precondizione per poter realizzare la riforma della medicina territoriale approvata nella scorsa legislatura. In un Paese che invecchia e in cui crescono le cronicità c’è grande bisogno di investire sulla prevenzione e sulla medicina di prossimità, anche utilizzando tutti i fondi del PNRR. Ma, come si capisce dalle anticipazioni sulla prossima manovra di Bilancio queste non sono le priorità della destra. Su questa grande battaglia di equità e di civiltà per salvare il sistema sanitario universalistico e gratuito manifesteremo a Roma l’11 novembre”.

Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Dino Pepe e Sandro Mariani, Alfonso Prosperi, capogruppo in Consiglio comunale della coalizione Alleanza civica, i segretari regionale e provinciale Pd, Daniele Marinelli e Piergiorgio Possenti, e Cesare Zippilli (Pd Atri).

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