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Pescara, Allegrino in replica a Sospiri su Sprar

Pescara. “In merito alla tempistica di approvazione del ‘piano di conversione’ che Pescara invierà al Ministero, le informazioni fornite dall’Assessorato sono basate su contatti intercorsi tra gli Uffici e la Direzione Centrale (e sicuramente non ci vorranno anni). Parlare di invasione incontrollata di profughi nei Cas non é corretto visto che i Cas vengono attivati in seguito a bandi emessi dalla Prefettura”.

Così in una nota l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pescara, Antonella Allegrino, che aggiunge: “La possibilità seria e reale di controllare e gestire al meglio la presenza dei migranti, ivi compresa l’importante questione della localizzazione delle strutture di accoglienza sul territorio cittadino, é invece resa possibile da circolari ministeriali che consentono ai Comuni già titolari di Progetti Sprar (come lo è la citta di Pescara fin dal 2005) di attivarsi per la ‘conversione’ dei posti Cas in Sprar, fino a raggiungere la ‘clausola di salvaguardia’. Tale clausola, che per la città di Pescara è di 391 migranti, è indicata dal piano Anci/Ministero, pertanto nessuno si è inventato nè si può inventare un numero a piacere.

Lo Sprar é un sistema di protezione e accoglienza differente da quello dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria). Nessuno “piazzerà” 400 profughi negli Sprar (Sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati), semplicemente perché i beneficiari degli Sprar non sono i profughi CHE SONO INVECE DESTINATARI DEI CAS!!

La lettura e la conoscenza delle circolari riportate nella delibera di Giunta, d’altronde, chiariscono qualsiasi dubbio o tentativo di generare confusione tra Cas e Sprar. Si ribadisce come il sistema Sprar sia invece di garanzia rispetto alla possibilità della presenza ‘illimitata’ di migranti sul territorio comunale proprio in quanto connesso alla ‘clausola di salvaguardia’. Proprio la conversione che un ente titolare di Sprar può attivare, dà la possibilità di controllare e gestire con gara pubblica (compresa la questione localizzazione) la gestione dell’accoglienza dei migranti, determinando un maggior CONTROLLO E UNA STABILIZZAZIONE del numero dei migranti che possono essere ospitati sul territorio cittadino. Se già ad oggi a Pescara ci sono circa 300 migranti nei Cas e 50 titolari di protezione negli Sprar attivi, va da sé che la conversione non porterà altro che benefici bloccando l’eventuale presenza di ulteriori arrivi di “profughi” nei Cas.

Non si capisce perché una soluzione certa e trasparente spaventi tanto.

Forse perché non si hanno adeguate conoscenze in materia o non si prospettano soluzioni ma solo timori?

O si preferisce forse lasciare Pescara nella precarietà ed incertezza?

Eppure prima di dire cose inesatte basterebbe leggere e conoscere le possibilità offerte dalle normative e utilizzare queste ultime per il bene della Città, dei cittadini e dei seri operatori del Terzo Settore che quotidianamente rispondono ai disagi. Almeno questo è il compito della Politica”.

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