Cultura e eventi

Pescara, Del Vecchio su ordinanze precauzionali

Pescara. “Acerbo e Antonelli accomunati sulla stampa da un insolito destino di fine agosto: difendere l’ACA a prescindere e solo per contrapporsi all’odiato avversario!
Succede che l’Amministrazione comunale, rispondendo a precisi obblighi intervenuti nel corso di questa stagione balneare, applichi come da prassi i divieti di balneazione ad ogni anomalia comunicata dall’Ente gestore del Servizio Idrico Integrato e paradossalmente incontri, tutt’a un tratto una voce di dissenso a tale operato, che invita l’Amministrazione a valutare caso per caso quando e se emettere ordinanze di divieto temporaneo a tutela della salute pubblica e senza alcun obbligo di tipo precauzionale.
Dichiarazioni leggibili nero su bianco sulla stampa di oggi (il Messaggero):
Dichiara Antonelli – “Alessandrini … adesso in assenza di dati concreti e di analisi, vieta i bagni ai pescaresi senza la certezza che il mare sia inquinato. Atto non imposto da alcun obbligo ma firmato per precauzione. Non vorrei – aggiunge Antonelli – che dietro questo modo di fare ci sia l’intenzione di mettere in cattiva luce il vertice Aca …”
Aggiunge Acerbo – “Il divieto di balneazione temporaneo non arriva per un obbligo di legge ma per scelta di Alessandrini che da qualche tempo ha sposato la linea adottata a Rimini per cui se piove scatta il divieto. Ma sta all’amministrazione valutare la situazione caso per caso, in base alle circostanze. Può anche essere una scelta giusta, ma se ogni volta che piove si vietano i bagni che c’entra l’Aca?”
E proprio dopo le specifiche segnalazioni ricevute dall’ACA, Ente Gestore Servizio Idrico Integrato della Provincia di Pescara, che ha codificato la procedura comunicandola a tutti i soggetti interessati con nota del 20.06.2016, il Sindaco ha emesso puntuali ordinanze di divieto di balneazione, senza che si possa valutare le relative condizioni che pure, a mio sommesso parere, richiamerebbero la responsabilità e la discrezionalità dell’amministratore pubblico.
Ma nonostante ciò e nonostante l’Amministrazione comunale mai abbia addebitato per queste circostanze alcuna responsabilità all’ACA, né l’abbia chiamata in causa, né vanti poteri divinatori per prevenire o sventare la pioggia, non si capisce come faccia la strana coppia Acerbo-Antonelli a difendere l’ACA con tale stupefacente coralità e coincidenza di temi.
Resta il dubbio, allora, che lo sguardo di Acerbo-Antonelli sia rivolto verso “altro”. Un orizzonte che forse non è in primis la pubblica incolumità, visto che fra le dichiarazioni rese non abbiamo trovato premure circa le pessime condizioni della qualità delle acque del mare, per effetto delle carenze strutturali degli impianti di depurazione pescaresi e della obsoleta rete fognaria, come ci saremmo invece aspettati, dopo tanti attacchi e malgrado il Comune stia lavorando alacremente da mesi contro l’inquinamento dopo anni di inerzia. Questioni, quelle “tecniche” che meriterebbero una maggiore attenzione e un diverso approccio gestionale anche da parte loro, perché hanno come fine il recupero della qualità ambientale, la tutela della salute pubblica e, non in ultimo, il rilancio di un’economia turistica cittadina che a causa di questi elementi e anche delle strumentalizzazioni di turno, ha subito un autentico tracollo.

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