Politica

Stefano Paolucci dei Redeem racconta la vita musicale del gruppo

Zurigo. I Redeem fanno musica Rock per grandi palchi. La band è formata da Stefano “Saint” Paolucci, Alessio Piazza e Simon Steiner.
Sono stati protagonisti in molti contesti importanti, li abbiamo conosciuto meglio grazie ad un’intervista gentilmente concessa da Stefano “Saint” Paolucci.

 

– Partiamo dalla fine, sta per uscire il vostro album “Awake”, com’è composto e quali sono i tratti caratterizzanti?

– “Noi abbiamo scritto questo album velocemente, abbiamo iniziato ad ottobre scorso, già lo pensavamo verso settembre. È il nostro terzo album, noi stiamo insieme già da 10 anni. Sono canzoni Alternative Rock, un po’ duro, un po’ Pop, diciamo che è un viaggio tra l’Universo e la Terra. Io diciamo che non ho più vent’anni, ne ho 42, sono nato col Rock, anche con gli altri due componenti della band siamo sempre stati nello stile Rock. Io credo che questo sia il nostro destino, certe volte un po’ più duro, però l’anima è nel Rock”.

– La vostra band nasce nel 2003, com’è iniziato il tutto?

– “Ho avuto il coraggio di creare questa band quando abbiamo iniziato a registrare qualche demo, poi subito abbiamo avuto l’occasione di trovare un’etichetta, Country Music, che ha distribuito il disco in tutto il mondo. Abbiamo avuto successo perlopiù in Germania, anche in Svizzera e siamo andati a far tour con i Gotthard, anche con i 3 Doors Down ed altri gruppi, poi ci sono stati dei cambiamenti tra i componenti del gruppo, adesso questa formazione è stabile da 5 anni”.

– Siete subito partiti forte con il buon successo del primo album “Eleven”, cosa ricordi di questa prima esperienza?

– “Allora avevo già 30 anni, però per me è stato viaggio come per un bambino piccolo, perché per noi come gruppo ogni cosa che arrivava era una cosa nuova, tra un po’ di insicurezza ci siamo ritrovati a suonare con delle band che avevano successo in tutto il mondo. Per me è sempre stato favoloso stare sotto questa pressione, perché noi lavoravamo e lavoriamo ancora adesso per stare al livello di una rock star, è stata bellissima questa esperienza”.

– Buon successo anche per “999”, che tipo di lavoro è stato e come si rapporta con il vostro primo lavoro discografico?

– “È stato un lavoro più maturo di ‘Eleven’, è stato proprio il primo album registrato in uno studio. Avevamo già esperienza ed abbiamo cercato di utilizzare gli elementi nuovi. Poi abbiamo avuto un produttore che ha avuto molto successo in Germania. Adesso se mi guardo un po’ indietro non sono molto contento dell’album perché le nostre idee sono sempre state un po’ criticate. Le canzoni sono sempre state grandi, però la produzione era sempre come la voleva il nostro produttore. Perciò abbiamo deciso con questo nuovo album, ‘Awake’, che è uscito un mese fa, di rivivere le nostre idee, abbiamo preso la decisione di produrlo noi stessi e siamo contentissimi”.

– Successivamente (nel 2012) c’è stato l’ingresso nella band di Alessio Piazza, che tipo di apporto ha dato?

– “Alessio è un amico di scuola di Simon, si conoscono da anni. Lui voleva entrare prima nella band ma stava ancora studiando e non aveva abbastanza tempo quando noi facevamo i tour. Alessio ha portato un po’ più il sangue italiano, più emozioni, perché anche lui da artista solista fa delle canzoni in italiano, molto romantiche. La sua influenza è che ha dato un po’ più di coraggio nell’andare un po’ più verso la direzione Pop col cuore. E poi in fin dei conti noi siamo tre grandi amici prima di tre musicisti, come tre fratelli”.

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