Pescara. “Scrivo non a caso oggi questa lettera al sindaco della città di Pescara Carlo Masci, perché in questa giornata del 1 maggio, Festa del Lavoro, ci sono tante persone che un lavoro lo hanno perso, o rischiano di perderlo, e tante altre ancora sono a casa in condizioni di estrema indigenza anche a causa delle conseguenze derivanti dall’emergenza Covid 19. Come lei sa bene, la mia storia e azione politica dalle origini è nata per tutelare le periferie della città di Pescara e le famiglia più bisognose, e per questo ho sentito il dovere di scriverle questa lettera aperta perché avverto una forte tensione sociale dovuta anche al ritardo con cui il Governo sta provvedendo al pagamento della cassa integrazione e all’elargizione degli aiuti economici previsti dai vari DPCM che, in alcuni casi, seppur concessi, non sono sufficienti per le persone in difficoltà. Basti pensare che delle 19mila domande arrivate alla Regione per la concessione dei mille euro, una buona parte proviene dalla città di Pescara. Ricevo quotidianamente richieste di aiuto ma anche manifestazioni di rabbia che potrebbero scatenarsi il 4 maggio quando, nel primo giorno della fase 2, molte persone potrebbero venire in Comune per vedere soddisfatte le loro esigenze che purtroppo noi, a causa delle ristrettezze economiche dell’ente, non siamo in grado di affrontare. Per questo sarebbe necessario iniziare ad individuare le priorità su cui intervenire, come il pagamento o l’aiuto al pagamento delle utenze di luce acqua e gas e a breve della Tari. Pagamenti che il Governo avrebbe dovuto sospendere e che invece non ha fatto. Tante famiglie sono oggi realmente in difficoltà per cui questa Amministrazione dovrebbe avere oggi il dovere morale, ma anche sociale, di attuare una variazione di bilancio e concentrare tutte le risorse sul Sociale, andando a tagliare su quei settori quali per esempio Cultura, sui Grandi Eventi e sugli eventi di Sport che non rappresentano oggi una priorità e che non potranno tenersi nei prossimi mesi, per andare così a concentrare le risorse sul Pis (Pronto Intervento Sociale). Tutto questo senza richiedere il modello ISEE per due motivi principalmente: il primo perché i patronati sono in gran parte chiusi, e poi perché quella famiglia forse, in base al modello ISEE nel 2019 aveva forse i denari per far fronte a delle spese e ancora ad un tenore di vita che oggi non può più garantirsi. Occorre invece ricorrere alle autocertificazioni così come fatto per la concessione dei buoni spesa. Questo è l’unico modo, caro sindaco, per evitare quella tensione sociale che si respira nel Paese e nella nostra città e che ormai si tocca quotidianamente con mano anche a causa di una burocrazia farraginosa che complica anche le cose più semplici. Per questo oggi ancora di può deve levarsi forte la voce dell’istituzione Comune di Pescara per lo studio di un piano di aiuti che coinvolga anche le opposizioni per arrivare a far fronte comune anche per i tanti commercianti che rappresentano il cuore pulsante della nostra città. Molti di loro rischiano di non riaprire più le saracinesche per cui anche per il commercio bisognerà studiare azioni che vadano anche nella direzione della sospensione delle tasse fino ad ottobre, o con aiuti per la disinfezione dei locali, come ha fatto per esempio il Comune di Bologna. Quella di oggi è una Festa del Lavoro amara perché di lavoro ne abbiamo sempre meno, per cui chiedo sindaco di mettere in atto tutte quelle azioni necessarie per poter alleviare la sofferenza di tanti pescaresi nel momento più difficile della storia recente”.
Pescara, lettera aperta di Pignoli (Udc) al sindaco Masci per la gestione della seconda fase
