Cultura e eventi

Pescara, Istituto Alberghiero ‘De Cecco’: evento sui 50 anni dalla morte di Flaiano per gli Atelier Letterari

Pescara. “Flaiano non amava né odiava Pescara, in realtà aveva un rapporto ambivalente con Pescara e con molte altre città, come Roma. Ed è naturale se pensiamo che Pescara è la città che ha dovuto lasciare a cinque anni, dunque non ha avuto il tempo di intrecciare una ‘relazione’ con il territorio. Così come di Roma nel 1960 scrisse che era una città libanese. C’è una sola città che ha amato, era New York, dove ha conosciuto una giornalista, Camilla Martellini, se ne innamora, ricambiato, e dunque anche la città assume un valore emotivo diverso”. A raccontare Flaiano agli studenti dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara a 50 anni dalla morte è stato lo scrittore Antonio Di Loreto che ha presentato il volume ‘Il mio nome è Ennio Flaiano’, evento organizzato nell’ambito dell’Atelier Letterario promosso dalla dirigente Alessandra Di Pietro. Presenti all’iniziativa il critico letterario Simone Gambacorta, l’Accademico della Cucina Mimmo Russi, con letture di Edoardo Oliva, attore, regista e docente, e il sindaco Carlo Masci. Tra il pubblico anche l’assessore alla Cultura Maria Rita Carota, il Presidente delle Commissioni Pari Opportunità Maria Franca D’Agostino, l’ex deputato Gianni Melilla, il Prefetto emerito Vincenzo D’Antuono, Giuseppe Di Giovacchino delegato dell’Accademia della Cucina Pescara Aternum, Rosaria Morra Responsabile regionale FAI, Antonio Mariano e Gabriella Lentilucci Presidente e Vicepresidente ANPPE, l’editore Marco Solfanelli, Don Antonio De Grandis Presidente dell’Osservatorio Giuridico Sociale Regionale. All’evento hanno partecipato tutte le classi quinte coordinate dalle docenti Nadia Palumbo e Ileana Moretti.
“L’Atelier letterario – ha detto la dirigente Di Pietro – non è solo l’incontro con un testo, ma è un’occasione di confronto libero, un’opportunità di riflessione e crediamo che l’incontro con l’autore sia lo strumento più efficace per avvicinare i giovani alla lettura, consentendo loro di conoscere non solo lo scrittore, ma anche l’editore, il grafico, l’illustratore, un mondo di professionisti, l’obiettivo è quello di creare momenti di dialogo diretto. Cominciamo con Flaiano che è un intellettuale di grande poliedricità, che ha lasciato tracce in tutti i settori, dal giornalismo, al teatro, letteratura e cinema, parliamo di uno scrittore sorprendente che con la sua scrittura esprime un’intelligenza profonda che incide e ha inciso sul suo tempo e sul nostro”. “E’ fondamentale conoscere la vita di Flaiano per comprendere la sua opera – ha sottolineato Di Loreto –. E nella sua vita ci sono state due grandi avversità: la prima è l’infanzia di un bambino sempre con la valigia; la seconda è la nascita di una figlia che a 40 giorni di vita è colpita da encefalopatia che influenzerà la sua vita, la sua religiosità, sempre alle prese con il ritardo cognitivo della sua bambina”. Di Loreto ha poi offerto un excursus sugli aforismi di Flaiano e sul suo rapporto con Fellini, rafforzato dall’intervento del critico Gambacorta e dell’Accademico della Cucina Russi. “Nonostante abbia vissuto in tante città, Flaiano è un personaggio profondamente identitario – ha detto Gambacorta – che ha avuto un legame profondo con Pescara vecchia, con il suo corso Manthonè, e le sue estati pescaresi hanno lasciato una traccia profonda da cui ha tratto spunti per la sceneggiatura de ‘I Vitelloni’”. “Pescara ha la grande fortuna di aver avuto tra i propri cittadini Flaiano e d’Annunzio, due grandi del ‘900, entrambi espressioni della pescaresità – ha sottolineato il sindaco Masci -. Flaiano è stato un genio che grazie ai Premi dell’amico Tiboni siamo riusciti a far conoscere, a conservarne opera e memoria. E oggi ho un sogno, quello di riuscire a riportare a Pescara le sue spoglie, sepolte a Maccarese. La sua tomba è curata da un pescatore, un anno fa ho scritto al sindaco di Fiumicino per incontrare la sua disponibilità a trasferire nella città adriatica Flaiano, e quando mi ha detto che il cimitero di Maccarese fa capo alla città di Roma, ho scritto al sindaco Gualtieri, al quale ho ricordato che lo stesso Flaiano, in uno scritto, espresse la volontà di essere ‘sepolto sul colle che guarda il mare’ e dove si trovano anche i suoi genitori, e quel colle è il cimitero di San Silvestro”.

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