Cronaca

Il WWF Chieti-Pescara interviene sulle polemiche legate alla gestione del depuratore

“Tempi lunghi per i lavori? Certo, ma se mai si comincia… Fondamentale anche fornire ai cittadini informazioni chiare e aggiornate”

Chieti. L’episodio più recente c’è stato qualche giorno fa, il 6 luglio, subito segnalato da un cittadino ai carabinieri forestali e alle guardie ambientali del WWF: un vasto tratto del fiume Pescara diventato d’un inquietante colore marrone in corrispondenza del canale di scolo del depuratore di San Martino di Chieti gestito dal Consorzio di Bonifica Centro. Un impianto già in passato interessato da inchieste giudiziarie e polemiche e più volte sotto accusa per sversamenti e per gli odori emessi. Dopo essersene occupato per anni, nel 2015 il WWF Chieti-Pescara verificò che l’aria era a tal punto irrespirabile da costringere gli operai di una ditta adiacente al depuratore a lavorare indossando perennemente una mascherina sul volto e presentò una segnalazione al Noe, il Nucleo ecologico dei carabinieri. Successivamente sia l’associazione territoriale sia le Guardie ambientali del WWF si sono in diverse occasioni rivolti alle autorità, e in particolare ai Carabinieri Forestali. In una occasione, nel pomeriggio del 6 dicembre 2021 un cittadino documentò addirittura un incendio che si era sviluppato nell’area, episodio che il WWF segnalò immediatamente alle autorità. Negli anni si sono susseguiti inchieste, interventi anche clamorosi, prescrizioni tecniche da parte dell’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (Arta) ma sostanzialmente la situazione è rimasta sempre la stessa. Anche le recenti reciproche accuse tra Comune di Chieti, principale ente pubblico fruitore del depuratore, e il Consorzio di Bonifica con reciproche accuse di inadempienza (rispettivamente per la gestione dell’impianto e per i ritardi nei pagamenti delle quote dovute) non sono una novità. «Quello che preoccupa veramente in questa vicenda – sottolinea la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – è che gli anni passano e ci troviamo sempre a discutere sui medesimi problemi, senza che nulla o quasi sia stato fatto per risolverli. Vero è che il depuratore, per ovvie ragioni, non può essere fermato e che i lavori di adeguamento richiedono un certo tempo. Ma se mai si comincia… Oggi c’è anche l’eccezionale occasione del PNRR che potrebbe offrire una fondamentale fonte di finanziamento per intervenire una volta per tutte risanando la gestione delle acque reflue e quant’altro serve per aumentare davvero la nostra capacità di resilienza di fronte alle preoccupanti prospettive climatiche che stiamo già affrontando, ma dalle notizie che circolano sembra che in Abruzzo siano assurdamente altre le priorità sulle quali si sta puntando».

Un altro punto fondamentale: i cittadini hanno diritto a informazioni chiare e aggiornate: quali sono i problemi e come risolverli, quali esattamente le prescrizioni dell’ARTA, quali le strategie messe in atto, progettate o almeno ipotizzate da mettere in campo, i tempi di intervento. Perché solo attraverso informazione e partecipazione si garantisce una gestione davvero democratica della cosa pubblica.

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