Cronaca

Importante risultato legale di Angsa Abruzzo

La presidente Portinari: “Si apre uno spiraglio sulle lungaggini dell’Inps per il riconoscimento dell’invalidità”

Pescara. Importante risultato dell’Angsa Abruzzo (Associazione genitori persone con autismo) sulle lunghe liste di attesa per il riconoscimento legale dell’invalidità Inps, che permette soprattutto ai bambini di accedere a servizi fondamentali, quali il sostegno e l’assistente scolastico.
“Sono numerose le famiglie associate che si sono rivolte ad Angsa Abruzzo – spiega la presidente regionale Alessandra Portinari – , denunciando ritardi anche di anni nella definizione delle pratiche di invalidità civile e di handicap. Il riconoscimento di tali status da parte dell’INPS è un passaggio vincolante per accedere a servizi fondamentali per le persone con disabilità, basti pensare ai minori, alla nomina dell’insegnante di sostegno oppure dell’assistente scolastico. In questi ultimi anni si contano almeno 9.000 pratiche in lista d’attesa, un arretrato che di certo non può essere giustificato dalla sola pandemia, tanto più che una norma recente (settembre 2020) ha codificato la possibilità per le commissioni mediche preposte all’accertamento delle minorazioni civili e dell’handicap di redigere verbali, sia di prima istanza che di revisione, anche solo valutando gli atti, procedura che avrebbe dovuto rendere più agevole il disbrigo delle istanze. Sul questo tema, la nostra associazione, attraverso il nostro responsabile dell’area legale Avv. Christian Bove, abbiamo ottenuto un’importante pronuncia giudiziaria che si propone di dipanare la matassa. Il Tribunale di Pescara, infatti, con un’ordinanza di qualche giorno fa ha accolto l’istanza del suddetto legale che chiedeva di nominare un C.T.U. (consulente tecnico d’ufficio) per procedere all’accertamento dell’invalidità civile per un bambino autistico di quattro anni il quale era in attesa di essere convocato a visita da oltre 10 mesi. Invitiamo le famiglie che hanno necessità di approfondire l’argomento a contattarci”.
“Il giudice, aderendo alla tesi del legale, ha ritenuto spirati i termini di legge per la definizione della pratica amministrativa, ed ha fissato l’accertamento medico al prossimo 12 dicembre – spiega l’avvocato Bove – . “Nessun procedimento amministrativo può rimanere pendente ad libitum, soprattutto quando si parla di diritti e servizi fondamentali. L’INPS ha 120 giorni di tempo per chiudere la pratica trasmettendo al richiedente l’esito della visita. Pertanto, una volta spirato tale termine perentorio, i richiedenti hanno facoltà di tutelare i propri diritti proponendo un ricorso per accertamento tecnico preventivo volto all’accertamento giudiziale dei requisiti sanitari utili ai fini della prestazione richiesta. Sono in preparazione altri ricorsi per nostri associati che da più mesi attendono una risposta da parte della commissione medica”.

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