Politica

Pescara, bando “Lo sport non va in vacanza”. Pignoli: “Penalizzate ancora una volta le famiglie bisognose”

Pescara. “Ancora una volta il bando “lo sport non va in vacanza” uscito proprio in queste ultime ore, penalizza le famiglie bisognose pescaresi”. Così il capogruppo al comune di Pescara Massimiliano Pignoli che critica il criterio adottato e che va a penalizzare i più bisognosi di aiuto, per di più in un periodo storico complicato dopo quasi tre anni di emergenza sanitaria, e poi con il caro bollette. “Lo sport non va in vacanza – spiega Pignoli – nacque con la Giunta Mascia e con l’assessore allo sport Nicola Ricotta con l’obiettivo prioritario di dare una mano a chi aveva bisogno di poter far svolgere attività ludico-ricreativa anche ai figli di famiglie meno abbienti e bisognose di Pescara, dopo la fine dell’anno scolastico e nel periodo delle vacanze estive. E tutto questo perché se i figli di famiglie agiate potevano e possono mandare i ragazzi alle colonie, al Mare o in vacanze, le famiglie bisognose non possono neanche permettersi il lusso di prendere l’ombrellone al mare e ancora meno iscrivere i propri ragazzi alle colonie estive per far fare attività ludico rivestiva ai propri figli. Proprio con

l’obiettivo di aiutare i più deboli nacque “Lo Sport non va in vacanza” e non a caso per averne diritto occorreva il modello Isee che doveva certificare lo stato di bisogno. Ora invece “Lo Sport non va in vacanza” fa concorrenza alle colonie estive private considerando che non occorre più proprio la presentazione del modello Isee e che ci sono costi di iscrizione che vanno dai 160 euro fino a 200, e che di fatto portano ad escludere i meno abbienti. Una famiglia bisognosa che ha due, tre figli per mandarli a fare attività allo “Sport non va in vacanza” quanto dovrebbe spendere? E come potrebbe fare a sostenere questi costi? Non potrebbe fare nulla e quindi lasciare i propri figli a casa. La verità è che invece di privilegiare i più bisognosi, si fa concorrenza alle Asd e società sportive che gestiscono le colonie private nel periodo estivo. Non è una cosa credo eticamente giusta verso chi oggi – conclude Massimiliano Pignoli – vive in stato di bisogno”.

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