Economia

Padovano: “I canoni demaniali vadano ai Comuni e non allo Stato centrale”

Pescara. “Nelle ultime settimane ci sono giunte richieste di chiarimento sulla scadenza delle concessioni vigenti. È opportuno pertanto ricordare che l’articolo 3 comma 1 della legge 5 agosto 2022 n. 118 ( cd legge Draghi sulla concorrenza) aveva fissato la scadenza al 31 dicembre del 2023 con possibilità di rinvio al 31 dicembre del 2024 nel caso in cui i comuni non fossero stati in grado di effettuare le gare entro il 2023.

La scadenza del 2024 è stata differita di un anno dall’art. 10 quater comma 3 della legge 26 febbraio 2023 nr. 14 (cd milleproroghe).

In questa stessa ultima legge (art. 1 comma 8) è espressamente “fatto divieto agli enti concedenti di procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni” fino all’adozione dei decreti attuativi della legge Draghi, non ancora emanati.

È opportuno altresì ricordare che le famigerate sentenze del consiglio di Stato nr. 17 e 18 del 9 novembre 2021 che avevano fissato ( sostituendosi al Parlamento) la scadenza inderogabilmente al 31 dicembre del 2023 non sono definitive in quanto da noi impugnate davanti alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite ( numero 8394/2022). L’udienza di discussione è stata fissata lo scorso 15 giugno dal Presidente della Cassazione al prossimo 24 ottobre 2023. Ricordiamo infine che spetta al Governo e al Parlamento chiarire questa intrigata vicenda su cui è intervenuta la Corte di Giustizia dell’Unione europea che è l’unico organo dell’Unione europea che ha la funzione di effettuare l’interpretazione autentica del diritto europeo. Nella sentenza dello scorso 20 aprile sulla richiesta del Tar di Lecce la Corte di Giustizia ha chiarito che presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein è la verifica della scarsità o meno della risorsa demanio. Ci stiamo adoperando affinché il Governo chiarisca quanto prima e definitivamente la questione.

Come è noto riteniamo opportuno che sia abrogata la cd legge Draghi in materia in quanto superata dalla sentenza della Corte di giustizia.

In proposito e da ultimo si segnala che il Tar di Lecce lo scorso 13 luglio ha fissato per il prossimo 27 settembre l’udienza per discutere e decidere la controversia per la quale ha effettuato la richiesta di chiarimenti alla Corte di Giustizia”. Questi gli aspetti tecnico-legislativi illustrati dalla Sib nazionale. Per il presidente regionale della Sib Abruzzo Riccardo Padovano “Non bisogna fare allarmismo. Siamo fiduciosi dopo le parole del Governo Meloni che ha detto di voler mettere mano a questa vertenza e siamo convinti che l’esecutivo mantenga le promesse impegnandosi ad una vera riforma del demanio marittimo, dando certezze a quegli operatori che nel corso degli anni hanno sostenuto sforzo e fatto investimenti non solo economici ma anche morali. Cose che non si comprano al mercato. Sono state costituite nel tempo imprese balneari che hanno fornito per anni dei servizi alla collettività dando linfa vitale al movimento turistico. Inoltre – spiega ancora Riccardo Padovano – quando parliamo di riforma intendiamo una riforma in toto e che riguardi tutti. Parliamo di una riforma con grande senso di responsabilità perché teniamo conto che anche una rivisitazione ai canoni debba essere anch’essa messa a regime. A tal proposito ribadisco ancora una volta come fatto in passato che la riscossione dei canoni demaniali non deve andare allo Stato centrale ma redistribuita ai comuni e agli enti locali perché solo così potremo dare attuazione ad una riforma vera con le spiagge italiane che potrebbero essere così davvero valorizzate. Inoltre nella riforma del demanio, e in tal senso ho avuto già confronti e colliqui con gli assessori Campitelli e D’Amario, abbiamo come obiettivo quello di una per così dire classificazione e certificazione degli stabilimenti balneari con delle stelle così come accade per gli alberghi e le strutture ricettive in modo da poter permettere al cliente di scegliere uno stabilimento balneare che potrebbe avere determinati servizi. Non si può avere un unico prezzo per tutta la costa ma così facendo nel mercato libero Da subito occorre però attuare e mettere in pratica questa benedetta riforma e ridare la spinta alle imprese balneari per tornare ad investire”.

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