Cultura e eventi

Città Sant’Angelo, progetto impresa Nicolaj. De Sanctis sulle affermazioni del Dirigente della regione Zappacosta

Pescara. “Alla maldicenza non si dovrebbe dar alcun peso, soprattutto se proviene da un Dirigente Pubblico che, parlando con un imprenditore di un progetto non sappiamo per quali ragioni inizia una frase, con “Gli ambientalisti sono tutti coglioni”.

Qui però il soggetto, come riportato dal quotidiano Il Centro, adombra, senza specificare alcunché che provi l’affermazione, un possibile atteggiamento manovrabile degli oppositori, in particolare dello scrivente, aggiungendo che sarebbe stato il caso, in generale, di procedere a querele.

Non essendoci appigli di alcun tipo, tale atteggiamento, a mio avviso, pare derivare esclusivamente da un pregiudizio: non ammettere che esistano persone che si attivano in maniera disinteressata per amore della propria terra.

Peccato, appunto, che le querele questo Dirigente Pubblico si sia ben guardato dal presentarle nei miei confronti in questi anni.

Anzi, lo invito immediatamente e caldamente a farlo; ne potrà rispondere.

Zappacosta se sa qualcosa invece di parlare con gli imprenditori abbia il coraggio di andare nelle sedi opportune come invece noi facciamo sempre, come è largamente noto anche allo stesso imprenditore Nicolaj che ne ha subito le conseguenze negli ultimi decenni (Saline; dragaggio al porto di Pescara).

Ne approfitto per segnalare che da anni seguiamo assieme al comitato locale il progetto di smaltimento dei fanghi di dragaggio presentato da Nicolaj ad Elice, dando suggerimenti per fermare un intervento che presenta gravi criticità. In ultimo, ho partecipato anche personalmente alla riunione tenutasi in regione a Pescara a fine aprile 2017 in cui contribuii, assieme ad amministratori e comitati, a stabilire una linea di condotta per fermare definitivamente l’opera.

Tante, infatti, le criticità di quel progetto.

In primis, quella generale di non essere un impianto pubblico ma privato per la gestione dei sedimenti dei dragaggi, da localizzare secondo scelte che a nostro avviso non dovrebbero essere dettate da interessi specifici, magari legittimi, di un imprenditore.

Già al momento del blocco del dragaggio del Porto di Pescara nel 2010-2011, avevamo proposto di localizzare un impianto attraverso parametri chiari e trasparenti (distanza dai porti; calcolo dei materiali da gestire ogni anno; qualità ambientale, destinazioni urbanistiche ecc.) da inserire in un sistema GIS (Geographic Information System) per individuare le aree più idonee per un impianto pubblico del genere.

In secondo luogo i limiti inequivocabili per cui abbiamo sempre contestato specificatamente il progetto, fondati sullo stato delle acque, sia superficiali che sotterranee.

Lo stato di qualità delle acque del Fiume Fino, spesso del tutto secco in estate o comunque con forti problematiche, che non può certo sopportare nuovi scarichi industriali.

Poi le acque sotterranee dell’area che già oggi risultano inquinate nelle zone limitrofe all’intervento e che quindi non possono certo subire pressioni antropiche, come l’ulteriore prelievo idrico da pozzi, come proposto nel progetto.

Infine l’effetto cumulo con altri progetti industriali che insistono nell’area.

Su un punto però siamo d’accordo con il Dirigente Zappacosta, quando sostiene che troviamo soluzioni; sì, la nostra storia, a mero titolo di esempio da monte Greco al Terzo Traforo, dai dragaggi a Ombrina, da Bussi al Gran Sasso (invito a leggere il mio Curriculum Vitae che, come sempre, è disponibile per chiunque sul web), dimostra che spesso siamo stati efficaci a sconfiggere definitivamente veri e propri colossi su progetti a nostro avviso deleteri per salute ed ambiente.

Ci dispiacerebbe se l’acrimonia e il fastidio che traspaiono dalle frasi di questo dirigente, come fu per l’intercettazione dell’allora direttore generale della regione Sorgi alcuni anni fa, dovessero riguardare proprio questa nostra capacità di contrastare progetti di questo tipo; portando le nostre lotte fino in fondo sia quando vinciamo che quando perdiamo”. Lo dice in una nota Augusto De Sanctis.

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