Cultura e eventi

Foschi (Associazione ‘Pescara – Mi piace’) su vertice sulla sicurezza a Pescara del Ministro Salvini

Pescara. “Pescara ha bisogno di misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza sicurezza che, dopo l’éscalation degli ultimi mesi ha raggiunto il clou a Natale con la rapina a mano armata in gioielleria e ancora ieri con la rapina in banca. Pescara ha bisogno dell’esercito e non di vigilanti privati che non hanno alcun potere di intervento dinanzi alla microcriminalità. L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ lo ha chiesto lo scorso novembre con una lettera indirizzata al Ministro dell’Interno Matteo Salvini e lo ribadisce oggi alla vigilia proprio del vertice sulla sicurezza a Pescara convocato per domani in Prefettura sempre con il Ministro Salvini. Ci aspettiamo decisioni importanti domani, al di là del sindaco Alessandrini che, ovviamente, per coprire la propria inerzia, tenterà di gettare acqua sul fuoco, ma, purtroppo per lui, a dimostrare la sua inefficacia, sono le decine e decine di fatti di cronaca che registriamo ogni giorno e che, puntualmente, ritroviamo sugli organi di informazione”. Lo ha ribadito Armando Foschi, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, che già lo scorso novembre indirizzò proprio al Ministero Salvini una lettera denunciando il clima di paura sociale che da tempo, ormai, si vive a Pescara.
“Da mesi, purtroppo, il capoluogo adriatico è vittima di fenomeni delinquenziali di vario tipo contro i quali l’Amministrazione comunale non intende, o non è capace, di adottare efficaci metodi di contrasto – ha ricordato Foschi -. Quasi tutte le vie della città, a partire da quelle del centro, le cosiddette ‘vie dello shopping’ e del commercio, sono alla mercè del fenomeno della prostituzione, con ragazze, anche giovanissime, che già dalle 17 sono in strada per trovare possibili clienti. I cittadini hanno più volte sollecitato l’Amministrazione comunale chiedendo l’installazione di telecamere, quali utile deterrente, e di controlli adeguati, ma dal 2014 a oggi il sindaco Alessandrini non ha ritenuto opportuno adottare un solo strumento di contrasto. Alla prostituzione si somma il fenomeno dei senzatetto che ogni giorno, dalle 19 in poi, prendono possesso proprio delle vie più centrali e, armati di cartoni o giacigli di fortuna, preparano il proprio ‘letto’ per la notte sotto portici, dentro i portoni dei condomini, oltre che sotto i tunnel della stazione ferroviaria centrale, creando, evidentemente e inevitabilmente, una situazione di degrado diffuso e di insicurezza generale, contro la quale la stessa Amministrazione Alessandrini, nonostante l’ampia documentazione fotografica consegnatagli, non ha inteso e non intende in futuro adottare provvedimenti adeguati di tutela dei cittadini e del loro diritto alla sicurezza e al riposo. Situazione molto grave se pensiamo poi che Pescara è una delle poche città a essere dotata anche di un dormitorio pubblico, con 80 posti letto, realizzato anche con il contributo pubblico del Comune, con la passata amministrazione di centrodestra, e oggi gestito dalla Caritas, dove però i senzatetto stanziali non hanno più ricovero dopo che la struttura è stata riconvertita a CAS. In particolare, nel corso di alcune riunioni tenute anche con le Associazioni di categoria dei Commercianti, è stato proposto al sindaco di impiegare sul territorio in maniera massiccia la squadra ‘cosiddetta’ speciale della Polizia municipale, gruppo GIONA, anche con l’applicazione del DASPO urbano, ma, al solito, il sindaco Alessandrini ha rifiutato qualunque tipo di azione amministrativa. L’inerzia del Comune, ovviamente, ha semplicemente favorito la recrudescenza e il peggioramento di tali situazioni di degrado, tanto che in pochissimi mesi, sempre nel cuore centrale della città, addirittura in pieno giorno, si sono registrati fatti di cronaca di gravità inaudita, come due stupri di giovani donne, una delle quali ritrovata uccisa sotto il tunnel ferroviario, diversi omicidi tuttora irrisolti, risse in pieno centro, addirittura nei giardini pubblici, oltre che in periferia a opera di bande di extracomunitari-cittadini stranieri comunitari e gruppi Rom locali, quasi clan in lotta tra loro per il possesso del territorio e, in ultimo, una raffica di rapine, addirittura con l’utilizzo di fucili ai danni di gioiellerie, tabaccherie e banche. Tale situazione – ha aggiunto Foschi -, oltre a rinfocolare gli ovvi e giustificati timori dei cittadini, sta facendo scendere il coprifuoco su tutta la città dov’è ormai difficile trovare gente a spasso già dal tardo pomeriggio, tanto che alcune attività commerciali hanno autonomamente scelto di chiudere le serrande addirittura alle 18. Tali situazioni sono ovviamente tutte facilmente rintracciabili e documentabili attraverso i reportage giornalistici. Chiaramente è ormai evidente che l’amministrazione del sindaco Alessandrini non è stata e non è capace di fronteggiare tali situazioni con gli strumenti più idonei che ha pure in proprio possesso e oggi, quando ormai la situazione è chiaramente degenerate, non possiamo più perdere tempo aspettando telecamere che, comunque, non arriveranno prima di un anno, e questo perché la giunta Alessandrini, la stessa che ha speso in sei ore 365mila euro di soldi dei pescaresi per i concertini di J-Ax e Daniele Silvestri, pretendeva però 500mila euro dal Governo per la videosorveglianza in città. Per tale ragione chiediamo il suo autorevole intervento per aiutare Pescara a rialzare la testa e a tornare a essere la città sicura, bella, piacevole, vivibile che era sino a quattro anni e mezzo fa. Ovvero oggi torniamo a chiedere al Ministro Salvini di valutare la possibilità di assegnare alla nostra città alcune unità dell’Esercito cui delegare il controllo di sezioni specifiche del nostro territorio, dando dunque modo alle Forze dell’Ordine di poter concentrare i propri sforzi su altre zone. Tale dispositivo era già operativo su Pescara, almeno dal 2008 al 2014, quando il capoluogo adriatico poteva contare sulla disponibilità di 11 unità dell’Esercito che si occupavano del controllo dell’ordine pubblico nella zona tutt’attorno alla stazione ferroviaria centrale, nelle cosiddette aree di risulta, 13 ettari di superficie utilizzati come parcheggio, e nelle aree della periferia-via Tiburtina, nei pressi dell’aeroporto regionale. Al Ministro Salvini chiediamo di verificare il possibile ripristino di tale attività al fine di aiutare Pescara a uscire da una spirale di violenza che non ha precedenti nell’ultimo trentennio, risparmiandoci, piuttosto, l’inutile spesa pubblica preparata per l’utilizzo di vigilanti privati tra i parcheggi delle aree di risulta, che non hanno alcun potere d’intervento contro la criminalità”.

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