Cultura e eventi

Il nuovo Sindaco di Sulmona guarda agli Ambienti Resilienti presentati alla Biennale di Venezia dal Politecnico di Milano

Sulmona. L’Arsenale della Biennale di Venezia è già in sé una best pratice di recupero funzionale di un’area dismessa. Una location di 50 mila mq, di cui la metà in strutture coperte con un glorioso passato fin dal ‘400, come cantiere navale della Serenissima, oggi concessa in uso, dalla Marina Militare del Ministero della Difesa, alla stessa Biennale, un’istituzione culturale fondata nel 1895 e considerata fra le più prestigiose al mondo. Grazie ad un approccio progettuale dinamico, in costante dialogo con l’architettura storica e monumentale dell’area e a salvaguardia della stessa, oggi rappresenta una prestigiosa vetrina internazionale di incontri per la cultura, l’arte, gli spettacoli e varie altre branche dello scibile umano.
Non a caso qui, nella sala delle Corderie sabato 23 luglio u.s., il Politecnico di Milano, Dipartimento Architettura e Studi Urbani (DASTU), ha presentato due laboratori strategici con pannelli dimostrativi di rigenerazione socio-economica in era post industriale: per l’Abruzzo montano con PostAzioni Subequane e per la Liguria costiera con Officina Imperia. Si tratta di un diverso approccio didattico progettuale strategico dell’architettura degli interni e del paesaggio resiliente, per la riabilitazione urbana, sociale ed economica di edifici già esistenti, in armonia con la comunità ed il proprio contesto ambientale territoriale, in una prospettiva con scenari di sviluppo locale sostenibile.
Tutti presenti sia per l’allestimento della mostra sia per il front office, i giovani architetti specializzandi che hanno redatto gli elaboratori, dopo aver visitato in missione con sopralluoghi i siti interessati.
Nella conferenza sono intervenuti i docenti responsabili dei due Laboratori e i rappresentanti dei territori coinvolti:
a) per Officina Imperia: Mauro Baracco, Michela Bassanelli, Francesco Lenzini ed i rappresentanti del territorio Maria Teresa Parodi, assessore comunale, ed il direttore di Confindustria Paolo della Pietra;

b) per PostaAzioni Subequane, Gennaro Postiglione, Emilia Corradi, Gian Luca Brunetti; lo scrivente Giovanni Pizzocchia della Comunità Montana Sirentina, incaricato dal commissario Luigi Fasciani nonché Sindaco del Comune di Molina Aterno, sul cui territorio ricade la stazione ferroviaria in oggetto.

Il termine “PoStAzioni Resilienti” nell’era dei twitter, in cui si tende a comunicare i concetti quasi codificati, in modo condensato, presuppone un background negli interlocutori, affinché non resti voce nel deserto.
Così il nuovo Sindaco di Sulmona Annamaria Casini, sensibile allo sviluppo culturale e socioeconomico della propria comunità nonché città territorio di riferimento nel Centro Abruzzo, non è rimasta indifferente ma ha voluto incontrare i protagonisti locali dell’evento ed alcuni stakeholder: la docente del Politecnico nonché abruzzese Emilia Corradi, lo scrivente ed il referente dell’Associazione Transappennino e giornalista Rino Di Fonzo; per poter mutuare tale idea progetto della linea Sulmona L’Aquila e così concretizzarla nel territorio del Centro Abruzzo. Si ipotizzano già i modi, i luoghi ed i tempi per ripetere l’esposizione della mostra, che potrebbe essere itinerante e coinvolgere l’intera Provincia e la stessa Regione Abruzzo.
Trova conferma pertanto la metafora, come ricordato anche in conferenza, adottata dal museologo cinese di fama mondiale Donghai, sullo sviluppo locale, paragonandolo ad una pianta: perché cresca bene, il seme può essere internazionale, ma la terra deve essere locale. Per “seme internazionale” si intende dire che i progetti devono nutrirsi dell’apporto di un’ampia produzione scientifica e di pensiero, evitando la chiusura e l’illusione dell’autosufficienza a favore di un confronto fra idee diverse che è sempre alla base di ogni progresso della conoscenza. “Terra locale” significa che ogni processo di sviluppo deve poter contare di forze residenti, di risorse intellettuali, del genius loci, di volontà e di impegno radicati nella comunità locale. Ogni modello, però, per quanto sperimentato altrove con successo, deve essere reinterpretato ogni volta che viene applicato alla luce delle caratteristiche, dei punti di forza e di debolezza e di tutte le peculiarità della realtà territoriale e della propria comunità con i suoi stakeholder.
Se Milano, Torino e Genova erano in passato il triangolo industriale del nord; oggi in era post industriale Sulmona, Avezzano e L’Aquila sono certamente un triangolo dell’Abruzzo montano, una risorsa ad alto potenziale ancora inespresso
Fra le tante proposte merita una menzione la formula dell’Ecomuseo, già individuata dalla Sirentina, sulla quale i giovani architetti hanno elaborato un pannello. Un Ecomuseo, in era post industriale e globale, rappresenta un progetto sociale, un’eccellenza sia per lo sviluppo locale quanto a resilienza, poiché, ponendo in ballo le comunità come mappe, il patrimonio culturale materiale ed immateriale, “heritage”, li tutela, li considera dalle radici, li adatta agli eventi naturali ed ai mutamenti socioeconomici epocali, guardando al futuro, al prossimo: alle future generazioni, forse ancora oggi ingiustamente trascurate per via di una visione troppo corta.

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