Parlane con Enza

Parliamo di Lgbt

Care amiche e cari amici,
passo gran parte del mio tempo a scrivere. Oltre a romanzi, poesie o semplici pensieri, scrivo di fatti di vita quotidiana. Raramente mi soffermo a guardare la TV e devo dire che ogni volta che mi capita di farlo subito dopo me ne pento. Non si fa altro che parlare di cronaca nera. Di terribili avvenimenti sempre in crescita. Dove perpetrano il disprezzo, la violenza, la repressione, l’intolleranza, le discriminazioni, le offese, l’esclusione, le torture e gli omicidi. In alternativa si passa a trasmissioni con argomenti sempre più poveri di contenuto. Gente becera che si vende per saccente. Uomini e donne schiavi della ricchezza e della fama. Capaci solo di urlarsi addosso. Non esiste decoro, pudore o buonsenso. Privi dell’unica ricchezza di cui abbiamo davvero bisogno per vivere degnamente: il rispetto. Ancora oggi sono costretta ad ascoltare o vedere il genere umano che prova avversione verso altro genere umano. Che nutre pregiudizi assurdi e incomprensibili. Solo perché gli altri sono “sbagliati” o perché hanno il “vizio” dell’omosessualità. Ovviamente affermazioni fatte da gente che annida dietro l’odio la propria ignoranza. Non basterebbero pagine per raccontare la loro solitudine o le loro insicurezze che li spingono ad avere disprezzo verso le persone LGBT, destinati ad essere etichettati secondo determinati stereotipi. LGBT è un acronimo di origine anglosassone che tiene insieme le parole lesbica, gay, bisessuale e transgender/transessuale. Una sigla entrata ormai in vigore nel dibattito mediatico, un po’ meno del lessico delle persone comuni. Nacque per tenere insieme una comunità ben precisa. Le prime occorrenze della sigla LGBT risalgono agli Stati Uniti degli anni Ottanta, ma l’acronimo si diffuse soprattutto a partire dagli anni Novanta. Divenne presto molto popolare e usata, accompagnata spesso dalla bandiera arcobaleno. Personalmente condanno ogni tipo di classificazione o sigle che possano rappresentare un determinato tipo di persone, come a dargli un marchio o delle colpe. Sono persone come tutti. Nel loro petto batte un cuore guidato da vari sentimenti e veri. Come tutti. Del resto credo che possa esistere un mondo al di fuori della cosiddetta “sessualità nella norma”: non tutti condividono un orientamento eterosessuale o un’identità sessuale conforme al proprio genere. Questo non può certo essere motivo di discriminazione, come del resto non avrebbe mai dovuto esserlo. Ritengo che il modo più efficace per combattere pregiudizi e atteggiamenti discriminatori sia quello di informarsi per comprendere ciò che è diverso da noi. Ritengo che sia solo una stupida sigla che ha voluto sostituire l’espressione
“comunità gay”. Pensare che addirittura a partire dal 1996 a LGBT si cominciò ad aggiungere la lettera Q di “queer” (eccentrico) e la lettera I (intersessuale, cioè una persona con caratteristiche fisiche diverse da quelle tradizionalmente associate a maschi e femmine). Termini che nel Novecento furo a lungo usati con una connotazione dispregiativa. Fortunatamente poi rivendicato e quindi meno usati. Hanno comunque aggiunto un segno “+” (LGBT+) per lasciare spazio ad altre lettere allo scopo di tenere in considerazione tutte le diverse identità sessuali. Molto discutibile. Nella mente di ognuno deve entrare che non ci sono colpe o errori da attribuire a nessuno dei LGBT. Anzi, spesso sono costretti ad adottare strategie di “invisibilità ” per non essere discriminati. Non possono essere considerati diversi solo perché non si sonno omologati a chi si sente “nornale”. Nornale é colui che vive con dignità e con rispetto verso sé stessi e verso gli altri. Normalità è vivere alla luce del sole e non nell’ombra. Purtroppo ancora oggi – scandaloso ‐ continuano ad esserci molte opposizioni ai diritti LGBT, provenienti da vari gruppi della società civile, politica e religiosa. Proprio loro si oppongono alla concessione dei diritti egualitari. Si assiste ancora a episodi di odio, spesso accompagnati dalla minaccia o dalla violenza vera e propria. Fortunatamente esistono, seppure in minoranza, gli attivisti per i diritti umani. Per questo continuano a subire violenti attacchi. Nonostante ciò proseguono la loro battaglia. Nel 2006 viene fondato il Telefono Amico Gay 800 713 713 (e-mail:info@gayhelpline.it), un servizio di volontariato di ascolto telefonico dedicato a persone in crisi o in stato di particolare disagio emozionale. Il team, fatto di professionisti, oltre che ad ascoltare, sono disponibili anche a dare informazioni e supporto specialistico. Adottano riservatezza ed empatia. Tutto rimane in forma anonima. Il numero, attivo su tutto il territorio nazionale, si propone di creare delle vere amicizie. Il servizio offre anche uno sportello di consulenza psicologica che può essere richiesto contattando l’indirizzo telefonoamicogay@cassero.it. Dopo il contatto è possibile richiedere un breve ciclo di incontri gratuiti con operatori professionali.

Enza Nardi Autrice

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