Cultura e eventi

Pescara, riaperto il ponte ciclopedonale di via Valle Roveto

Pescara. Torna praticabile il percorso ciclabile di via Valle Roveto (lato posteriore di piazza Pierangeli), con il completamento dei lavori di rifacimento del ponte ciclopedonale danneggiato diversi anni fa. Sono state sostituite le travi in larice che sono state bruciate dai vandali, così la pista è tornata ad essere percorribile dopo tanta attesa, collegando in un percorso ciclo pedonale tutto l’argine fluviale dall’altezza del Ponte della Libertà fino al Ponte Flaiano
Alla riapertura erano presenti il sindaco Marco Alessandrini, il vicesindaco Antonio Blasioli, i consiglieri Marco Presutti, Piero Giampietro, Stefano Casciano, il dirigente del Settore Lavori Pubblici Giuliano Rossi.

“Sin dal primo momento ci siamo impegnati per conferire alla città una mobilità sostenibile – così il sindaco Marco Alessandrini – Da questa esigenza sono nati i progetti per connettere e completare la rete delle piste ciclabili in città. Siamo partiti dall’esistente che non godeva di buona salute e questo ponte, danneggiato dalle fiamme era diventato una barriera per quanti si muovono lungo questa dorsale di città in bicicletta. Abbiamo voluto fortemente la riapertura e ci prodigheremo a cercare le risorse che servono a completare l’opera, sostituendo il legno anche all’attraversamento sul fiume. Tutto questo mentre stanno per partire anche gli annunciati lavori di riqualificazione della ciclabile che corre sul lungofiume sud”.

“La pista ciclabile è di proprietà della Provincia di Pescara e con questa anche il ponte ciclopedonale realizzato nel 1998 in larice – illustra il vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Antonio Blasioli – In attesa di una migliore definizione della proprietà dell’arteria ciclabile il 21 dicembre 2016 il Comune chiese alla Provincia di poter effettuare i lavori sul ponte, chiuso a seguito di atti vandalici da un’ordinanza del Sindaco del 20 agosto 2015. Da allora ci siamo attivati per ripristinarlo, perché è fondamentale per la pista ciclabile che porta fino al Ponte della Libertà e che fino ad oggi è stata praticamente inutilizzabile. Abbiamo rintracciato le risorse per intervenire sull’opera e oggi possiamo riaprire, come da cronoprogramma dei lavori affidati alla ditta Gran Sasso Costruzioni Srl per un importo di 40.690,86 euro più IVA. E’ stato un lavoro molto accurato, perché si è prima proceduto alla rimozione delle travi di larice alpino che si erano rovinate a seguito degli atti vandalici subiti dal ponte, ma ahimè anche a causa del tempo e dell’uso. Questo tratto lungo circa 150 metri e con una superficie di 530 metri quadri è stato rifatto a doghe metalliche, resistenti sia agli agenti atmosferici che ad eventi di altra natura e di agevole percorrenza sia per i pedoni che per i ciclisti, che finalmente possono tornare a solcarlo in modo che finalmente assolverà alla funzione di snodo della mobilità sostenibile connessa al Ponte Flaiano.
E’ del tutto evidente che oggi poter percorrere la pista ciclabile consente a pedoni e ciclisti di non impegnare via del Circuito, che per pericolosità e gas di scarico non è assolutamente il miglior percorso per le due ruote. Ciò che non potevamo conoscere era lo stato delle doghe in larice nella parte che non era stata oggetto di atti vandalici, parliamo della campata che attraversa La Pescara. Purtroppo lo stato è talmente rovinato da sconsigliarne l’uso e ciò è stato scoperto grazie ai lavori eseguiti dalla ditta Gran Sasso. Con il progettista dei lavori, l’ingegner Raciti, abbiamo stimato un esborso di ulteriori 80.000 euro che speriamo di recuperare nel prossimo triennale dei lavori pubblici anche se il passaggio del fiume è ora consentito sul Ponte Flaiano. Di fatto oggi siamo contenti che un’arteria pedonale e ciclabile e soprattutto riservata e alternativa a via del Circuito sia utilizzabile dalla cittadinanza e proseguirà l’impegno, soprattutto per reperire risorse, per riaprire il Ponte nella sua interezza. Lancio anche l’idea di intitolare il Ponte a Stella, l’ultima lavandaia che lavava i panni nel nostro fiume, un auspicio per il futuro e una speranza dopo i lavori che a breve lo interesseranno”.

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