Politica

Centri Antiviolenza e Case Rifugio, Marcozzi porta il caso in Commissione di Vigilanza

“Nessuna risposta ai dubbi, i ritardi nell’erogazione dei fondi restano e non si conoscono ancora soluzioni. Situazione grave che mette a rischio le donne”

L’Aquila. “Rimangono ancora troppi punti interrogativi sull’erogazione dei fondi a sostegno dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio in Regione Abruzzo. L’audizione dell’Assessore Quaresimale, svoltasi quest’oggi a seguito di una mia richiesta alla Commissione di Vigilanza, non scioglie nessuno dei dubbi che ho posto riguardo alle esigue quote di finanziamento a disposizione delle realtà territoriali, ai criteri di assegnazione e ai ritardi nelle procedure di pagamento. La situazione sembra quindi rimanere la solita: servono le interpellanze in Consiglio regionale per sbloccare ogni procedura. E questo non è accettabile quando in ballo c’è la difesa e la sicurezza delle donne”.

Così il Consigliere regionale indipendente Sara Marcozzi, che interviene a conclusione dei lavori della Commissione di Vigilanza durante i quali è stato portato all’attenzione il tema dei fondi per Centri Antiviolenza e per le Case Rifugio e, più generale, dei percorsi per le donne di uscita da situazioni di violenza.

“Non sembra – prosegue Marcozzi – che in questo arco di tempo si siano trovate soluzioni per evitare i mesi di ritardo con cui i Centri ricevono i finanziamenti loro riconosciuti. Ciò comporta il rischio di ritrovarsi senza liquidità dovendo comunque garantire la continuità del servizio. Le conseguenze sono le richieste di finanziamenti su cui dover pagare gli interessi. Insomma, oltre al danno la beffa, davanti alla quale anche Regione Abruzzo potrebbe essere chiamata a rispondere”.

“Devo inoltre denunciare carenze organizzative in tutta la macchina burocratica, su cui è necessario mettere ordine a 360 gradi. Abbiamo scoperto, ad esempio, che una parte consistente dei fondi dedicati al sostegno abitativo e al reinserimento nel lavoro per le donne, è finita alle attività di un Centro per uomini maltrattanti. Un’operazione consentita, ai sensi del DPCM del 16 novembre 2021, ma sulla cui opportunità rimangono dubbi viste le altre linee di finanziamento già dedicate agli uomini maltrattanti. Una pratica di vasi comunicati tra fondi per donne maltrattate e uomini maltrattanti che sembra essere, purtroppo, a senso unico”.

“Nessuna schiarita nemmeno sulle modalità di redazione della graduatoria per l’assegnazione dei fondi. Ciò che sappiamo è che, ad oggi, si fa ancora riferimento a un regolamento del 2007, nonostante la normativa nazionale abbia aggiornato i criteri di assegnazione dei fondi nel 2014. È evidente che, arrivati al 2023, sia prioritario rivedere i criteri, attualizzandoli alle normative in vigore e alle esigenze del presente, di concerto con le realtà che ogni giorno vivono le problematiche del territorio”.

“Pur con criticità note a tutti da tempo – conclude Marcozzi – il quadro emerso rimane molto nebuloso e le uniche parole che abbiamo ascoltato dall’Assessore Quaresimale sono di conferma delle carenze da me segnalate alla Commissione di Vigilanza. Senza nessuna soluzione. Ancora troppo poco davanti all’urgenza di aiutare le donne, di proteggerle e di dar loro il diritto di vivere in libertà, senza paura”.

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