Cultura e eventi

L’attore e regista Domenico Galasso sull’emergenza del Teatro

Pescara. RIPARTIRE DAL TEATRO PER UNA PIENA CONSAPEVOLEZZA SOCIALE E CULTURALE. Interviene l’attore e regista Domenico Galasso, allievo di Orazio Costa che nel suo nuovo spazio teatrale di Pescara, dedicato al Maestro ha dovuto interrompere il suo innovativo lavoro pedagogico ed artistico. Come negli antichi miti greci rinunciare all’arte vuole dire perdere l’identità stessa della nostra civiltà, snaturarla

“Come per ogni settore anche per i teatri e per gli enti che fungono da centri di aggregazione della cultura teatrale il colpo inferto dalla pandemia allo svolgimento delle attività è stato gravissimo ed i suoi effetti si protrarranno ben al di là della data ufficiale di riapertura. Inutile ripetere che la riapertura dei teatri il 15 giugno, alla fine della stagione e del periodo dei laboratori annuali, senza un fattivo conforto delle istituzioni non permetterà né il recupero delle attività perse fino a questo momento, né una piena ripresa delle stesse. Purtroppo ciò risulta incomprensibile ai più: anche a livello nazionale si fatica a far comprendere la gravità della condizione di un settore fragile sempre e in questo momento esposto in modo pericoloso.
Senza troppi filosofemi, noi abbiamo preferito sospendere del tutto le attività evitando anche l’opzione di una prosecuzione telematica delle attività. Siamo convinti che le cose non si debbano fare ad ogni costo e privare l’esperienza teatrale – mi riferisco anche all’allenamento e alla preparazione dell’attore – dell’imprescindibile relazione prossemica dei corpi in scena tra loro e dei corpi in scena con i corpi in platea significhi snaturare l’essenza stessa dell’esperienza teatrale. Il teatro è già di per sé un lavoro sull’assenza. Sull’assenza di tutto tranne che dei corpi.
Proprio qualche giorno fa mi è capitato di ripensare ad un lavoro messo in scena alla fine di un laboratorio teatrale presso il Liceo Classico di Pescara teso ad investigare la relazione tra teatro e città. Mi ero imbattuto in una immagine emblematica, all’epoca del lavoro, di quelle che sintetizzano con potenza e nitidezza un concetto anche molto complesso. Si tratta di un vaso greco, la cui decorazione è attribuita al ceramista Duride ed è conservato in una sala del Kimbell Art Museum di Fort Worth, nei pressi di Dallas.
La località ha un ulteriore legame con la nostra città in quanto sede di uno degli stabilimenti in cui, durante la seconda guerra mondiale venivano costruiti i B-24 Liberator che nel ’43 partivano dalla costa africana per bombardare le città italiane.
Pescara subì dei bombardamenti inutili e devastanti per cui è stata conferita la Medaglia d’oro al merito civile. Dioniso siede sorridente sul trono, torce il busto a favore dello spettatore e regge una coppa con del vino. Ruotando intorno al vaso scopriamo come la scena si sviluppi, sotto i nostri occhi, come il piano sequenza di un film: mentre un satiro suona soffiando nel suo flauto doppio, alcune baccanti danzano intorno al dio e gli rendono onore, mentre stringono tra le mani i brandelli di un corpo straziato. Ruotiamo ancora: siamo, adesso, esattamente in posizione opposta rispetto al dio: ecco due menadi che sorreggono dalle braccia un corpo monco da cui pendono viscere scoperte. Si tratta di Penteo, il mitico re di Tebe, dilaniato per non aver accettato di accogliere il culto di Dioniso.
Se Dioniso è il Teatro, Penteo è la città che lo rifiuta e non accettandolo perde se stessa e il proprio corpo, senza capire perché. Certamente è un monito, questo, valido per tutti, in ogni particolare ambito di competenza, fino a chi governa e guida la nazione”.

Lo afferma in una nota Domenico Galasso, attore e regista, direttore Piccolo Teatro Orazio Costa, Pescara.
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Domenico Galasso di Pescara, si è formato all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma studiando con Orazio Costa, Andrea Camilleri, Mario Ferrero. Appartiene a quell’eccezionale annata di attori italiani suoi compagni di corso come Alessio Boni, Gigi Lo Cascio, Pierfrancesco Favino,Fabrizio Gifuni. Ha lavorato con lo Stabile dell’Aquila e con diversi teatri italiani anche come regista; ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Come attore ha partecipato a decine di fiction per la Rai come Don Matteo e per Mediaset come nel Prescelto. Lavora da anni per una nuova pedagogia dell’attore con seminari formativi in Abruzzo e in Italia, collabora con università italiane e straniere per progetti teatrali e letterari.

Il Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara in via d’Annunzio 29 è nato poco più di un anno fa con una capienza di circa 80 spettatori, da rimodulare con le nuove regole di distanziamento sociale. Intende anche contribuire ad un’opera di rivalutazione della zona di Pescara Porta Nuova e non a caso sorge a due passi dallo storico Teatro Michetti. Si propone come un centro di formazione dell’attore a livello di principiante e di seminari avanzati, oltre che con l’obiettivo di produrre spettacoli originali.

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